TRUE GRIT: Il west, la vendetta e la natura umana

Apparentemente impegnati in quella che a prima vista può sembrare la loro opera più classica e di facile lettura, i Coen non smettono mai, nemmeno per lo spazio di un fotogramma, di indagare l’oscurità dell’anima umana.

Il western, genere americano per eccellenza, con cui tutti prima o poi devono fare i conti, ha messo alla prova moltissimi cineasti, alcuni vi ci sono perduti, altri ne sono usciti rinvigoriti e più lucidi che mai. I Coen non si sottraggono al suo fascino e dopo esserci arrivati terribilmente e splendidamente vicini con Non è un paese per vecchi,  si gettano anima e cuore nel remake de Il Grinta, classico che fruttò a John Wayne il suo unico Oscar.

Ma True Grit non è solo questo, perchè come detto in precedenza, nelle opere di questi due geniali fratelli, la storia raccontata è un pretesto per indagare l’essenza stessa dell’umanità. Il cuore nero dello sceriffo Cogburn, conosce solo la lealtà del denaro e il rispetto donato dal coraggio meritato sul campo. Mosso dalla vera grinta di colui che non intende perdonare i suoi fratelli, ma giustiziarli in nome di una legge che a stento rappresenta degnamente, è un essere meschino e  violento, lontano anni luce dalla burbera e guascona interpretazione del Duca.

Il west non è più nostalgia e crepuscolo di un’epoca, ma la violenta rappresentazione di un teatrino abitato da esseri profondamente meschini e terribilmente umani. Proprio in questo senso, l’indifferenza delle impiccagioni, la gratuita cattiveria con cui vengono trattati gli indiani e la spiccia violenza, priva di epica, con cui si regolano i conti in sospeso, risultano paradigmatici ai fini di un affresco cupo e mai agiografico, molto vicino alla vera idea di un west reale e mai romantico.

L’unico occhio dello sceriffo Jeff Bridges vede la sua realtà e la interpreta secondo la sua legge, determinato a punire per primo, prima di essere giudicato a sua volta. Non c’è perdono, pietà, riscatto e amore, nel film dei Coen, ma solo rispetto, determinazione e cieca vendetta.

Come a dire che l’animo umano non è mosso dal perdono, dalla carità e dalla comprensione, ma dalla sopravvivenza, dal disprezzo e dalla spietata consapevolezza che solo chi ci è simile è degno del rispetto della vita.

VOTO
Se avete da 00 a 13 anni: Noioso, 5
Se avete da 13 a 20 anni: Un pò noioso, 6
Se avete da 20 a 30 anni: Bello, 8
Se avete da 30 a 40 anni: Capolavoro, 9
Se avete da 40 anni in su: Capolavoro, 9

 

8 risposte a "TRUE GRIT: Il west, la vendetta e la natura umana"

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  1. odio John Wayne e tutto quello che ha rappresentato per la generazione nata tra il ’35 e il ’50. quella generazione ipocrita, indifferente ed egoista che ci governa globalmente, tanto per dirla tutta. se i Coen riusciranno nell’ impresa di cancellare dalla mente d’ ognuno quel fantoccio d’ uomo che Wayne voleva rappresentare(ed era ben fiero di farlo), per sostituirlo con la rappresentazione reale della sua vera natura, non solo sua ma di tutta la sua generazione, allora avranno il mio plauso nei secoli dei secoli.
    detto da uno fiero di riconoscersi ne”il grande lebowski”.

    1. Concordo… non ho mai amato Wayne. Il film dei Coen de-costruisce il mito del west, smitizzandolo e restituendolo per quello che forse era veramente. Come ho scritto, il modo in cui vengono trattati gli indiani è inedito, gratuito e impossibile da accettare. Grande pregio di un film che non celebra la frontiera ed il coraggio, ma ci fa compiere un viaggio all’interno dell’anima nera della vendetta.

    1. Ti ringrazio per la fiducia… vedrai che anche questa volta il dinamico duo non ti deluderà. Ho una domanda… ma qual è il tuo film preferito dei fratelli Coen?
      Un saluto e a presto.

  2. E’ difficile come domanda. Metterei pari merito L’uomo che non c’era e non è un paese per vecchi. Ma anche Fargo e Il grande Lebowski sono insostituibili. Che dire poi di Blood Simple e Crocevia della morte? Ecco direi che questi sono i miei preferiti in generale, con i primi due in testa. Però trovo davvero molto belli anche Arizona junior, Mister Hula Hoop, Fratello dove sei e Burn after reading.

  3. Sono praticamente in accordo assoluto su tutto… giusto per dire la mia, metterei a pari merito L’uomo che non c’era, Non è un paese per vecchi e Crocevia della morte (la splendida sequenza dell’agguato a casa di Albert Finney con in sottofondo Danny Boy è da storia del cinema).
    In sintesi i due fratelli raramente mi hanno deluso (Prima ti sposo, poi ti rovino) e anche i loro film considerati minori (Burn after reading, Fratello dove sei) mi hanno letteralmente stregato.

  4. Ma è tutto un capolavoro in questo blog?
    Mi domando, se “Il Grinta” è un capolavoro, “Non è un paese per vecchi” cos’è? Io proporrei di ristabilire la categoria “molto bello” e lasciare il termine capolavoro alle pellicole che veramente se lo meritano.

    1. Ottimo suggerimento… forse chissà.
      Mettiamola così, sono fermamente convinto che un film come Black Swan, con la sua innovativa regia mozzafiato, decisa a non staccarsi mai di dosso dai corpi della sua protagonista, pedinandola, seguendola e facendo l’amore con lei, verrà studiata nelle future scuole di cinema. Questo approccio, unito alla performance della Portman, rendono il film un capolavoro che verrà ricordato negli anni a venire.
      Il Grinta a mio avviso è un western meraviglioso, solcato dalla faccia tutta rughe di un grande Jeff Bridges, personalmente l’ho adorato… Non è un paese per vecchi, ovviamente è un altro capolavoro.
      Cos’è quindi un capolavoro? Io non pretendo di avere i mezzi assoluti per giudicarlo, semplicemente do una mia personale lettura, spesso anche un tantino provocatoria (anche Piranha 3d l’ho segnalato come tale, ma è chiaro che si tratta di un’esagerazione).
      Come vedi ci muoviamo nei territori della pura soggettività, dopotutto questo è un Blog e non un’enciclopedia del cinema, qui non si danno verità rivelate e giudizi assoluti, ne si pretende di insegnare niente a nessuno, questo è semplicemente un mio spazio in cui esprimo le mie idee, buone o cattive che siano.
      Sai cosa mi farebbe piacere? Che magari tu mi scrivessi la tua personale recensione a questi due film, potrebbe essere utile, argomentando, approfondire un punto di vista diverso dal mio.
      A presto.

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