I PINGUINI DI MR. POPPER: Copertina di flanella, brodino caldo e seratina tv

Io già mi vedo.

Già mi vedo tra una ventina d’anni, con la mia copertina di flanella, il brodino caldo e una smania incontenibile di assistere all’ennesima dozzinale e lacrimosa fiction Rai della domenica sera. Non è colpa mia, probabilmente sto invecchiando e forse la cosa non mi dispiace affatto.

Sono giunto a questa conclusione, perchè a conti fatti questa mi sembra l’unica ragione per cui uno come me, uno che si sorbettava Bunuel a colazione, Herzog a merenda e Kieslowsky come aperitivo, si sia fatto abbindolare da Mr. Popper e dai suoi zuccherosi pinguini. La verità è che quando ci sono di mezzo i bambini, le famiglie che si riuniscono o il Natale, io piango e piango tanto. Evidentemente le mie barriere difensive a base di severa critica e granitica integrità, si sciolgono come neve al sole, sbaragliate in un baleno da un abbraccio o da un semplice “ti voglio bene, papà”.

Venendo al film, è ovvio che si tratta di un prodotto innocuo per famiglie, nemmeno particolarmente divertente o sorprendente, ma è evidente che il signor Popper sa bene quali corde toccare per far lacrimare gli occhi di un uomo. La questione è quindi semplice ed ormai accademica, una pellicola innocua, telefonata, ma tremendamente sincera e quindi capace di suscitare forti ed intense emozioni, merita comunque considerazione o va valutata in modo spietato secondo le severe leggi dell’estetica cinematograficamente accettate?

E’ ovvio che Mr. Popper risulti schiacciato da altri film, ma la mia idea è quella che prodotti come questo vadano giudicati a parte, in una logica meno rigida ed intransigente, ma piuttosto aperta ad un’ottica da focolare, tutta tarallucci, vino e lacrime. Lo sappiamo tutti fin dai titoli di testa come finirà la vicenda di Jim Carrey, padre a singhiozzo alle prese con ben sei devastanti pinguini, ma la sincera grazia e la levità che ci accompagna fino alla parola fine, merita comunque un pubblico. Bisogna quindi intedersi su cosa si vuol vedere al cinema, è ovvio che gli integralisti cinematografici dovranno astenersi, ma ciò non toglie che Popper e i suoi pinguini non rappresentino un ottimo interludio per semplici famiglie con sognanti bambini.

Cosa c’è di più bello al mondo che entrare in una sala cinematografica e una volta riaccese le luci, scoprirsi con gli occhi umidi? Ecco, questo fa Mr. Popper, prendere o lasciare, senza vergogna e senza rimpianto, ma semplicemente pronti a raccogliere avidamente emozioni sopite e a spalancare il cuore al ricostituito focolare familiare di quattro individui che si erano smarriti.

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VOTO DI TESTA (PASSATE ALCUNE ORE): – 6 –

VOTO DI CUORE (PERSONALISSIMO): – 6,5 –

VOTO DI PANCIA (APPENA FINITI I TITOLI DI CODA): – 6,5 –

CHE INVESTIMENTO MERITA DA PARTE VOSTRA:

Portate i bimbi al cinema, non ha prezzo vedere il loro tupore o sentire in dolby le loro risate.

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5 risposte a "I PINGUINI DI MR. POPPER: Copertina di flanella, brodino caldo e seratina tv"

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  1. “La questione è quindi semplice ed ormai accademica, una pellicola innocua, telefonata, ma tremendamente sincera e quindi capace di suscitare forti ed intense emozioni, merita comunque considerazione o va valutata in modo spietato secondo le severe leggi dell’estetica cinematograficamente accettate?”

    Per me le severe leggi dell’estetica possono andare a riposarsi in altri lidi pure se si parla di Herzog e soci… Non credo nel dogma, il cinema è personale e trovo sempre tristi coloro che si attengono al senso comune e non al proprio intimo. posso notare la bellezza di Blade Runner quanto vuoi ma magari lo odio… mi devo vergognare per questo? (E’ un esempio a caso, adoro Blade Runner). E’ forse sinonimo che di “cinema non capisco niente”? quindi capire di cinema è ripetere ciò che i manualetti asseriscono, come se avessimo a che fare con la Bibbia?
    Ogni pellicola dovrebbe essere, più che giudicata, amata e vissuta da ogni singolo spettatore… che sia Pasolini o Gunn, poco importa.

    Ben venga mr popper (che forse non vedrò perché mal sopporto Jim Carrey… ), dunque!

    1. Ovviamente condivido…
      Mi viene in mente che ti devo una risposta. Ho appena iniziato a vedere Torchwood e non mi sembra affatto male, per ora non mi sembra all’altezza del mitico Dottore, ma la lascerò lavorare con calma e si vedrà.
      Pensa che adoro talmente tanto david Tennant, che sto pensando di andarmi a vedere Fright Night (remake di Ammazzavampiri) solo perchè ho scoperto che la parte di Peter Vincent è interpretata proprio da lui. Per un buon quarto d’ora ho pure pensato di andare a Londra a vedere Much ado about nothing appena ho saputo che era stato portato in scena da Tennant e da Katherine Tate…

      P.S. Ovviamente ho visto e amato Slither, con un Michael Rooker indimenticabile e commovente.

      A presto.

  2. “Per un buon quarto d’ora ho pure pensato di andare a Londra a vedere Much ado about nothing appena ho saputo che era stato portato in scena da Tennant e da Katherine Tate…”

    Ci ho pensato anche io ma il mio inglese non è abbastanza buono, ancora, temo che andrei lì e non mi godrei la commedia… Anche se la storia la conosco già, ovviamente. E pure io sto guardando praticamente tutto quello che esiste di Tennant, ormai è un po’ mio idolo….

    Torchwood o piace subito o bisogna attendere la terza stagione. La terza è davvero meravigliosa ma non voglio farti salire le aspettative a mille… Intanto goditi quello che arriva, ha dei buoni episodi qui e là, purtroppo molti sono a se stanti, senza una storia conduttrice. ma va beh, mi fermo qui, sennò ti anticipo troppo.

    ciao!

  3. Carissimo ciao a me i pinguini sono piaciuti molto, insomma che c’è di più bello, dopo aver visto un film in famiglia, di continuare a scherzarci sopra: tipo papà è puzzoso, la piccola è urlacchia e la mamma è il capitano? Insomma diamo la giusta dimensione alle cose e alle pellicole: del genere “volemose bbene” è bene riuscita, non un capolavoro, ma io sarei tornata a spendere il prezzo del biglietto.

    1. Se un film sopravvive oltre il buio della sala cinematografica e si riesce a radicare nella vita di tutti i giorni, magari all’interno del lessico familiare, allora ha vinto, comunque e sempre…
      A presto!

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